Kannabia Seed Company sells its customers hobby (collection) seeds for personal use. Its germination and cultivation is prohibited. The buyer undertakes to consult the legislation in force in his country of residence to avoid incurring in the performance of an illegal activity.
Non l’azione del solo THC ma la compresenza sinergica dei diversi cannabinoidi è la responsabile degli effetti benefici della cannabis. Esistono inoltre altri componenti della pianta che hanno grande rilevanza nel determinare i suoi effetti sul nostro organismo, come per esempio i terpeni. L’interazione di tutti questi elementi è stata definita da Shimon Ben-Shabat e Raphael Mechoulam, scienziato israeliano ed eminenza nel campo della ricerca sulla cannabis, come effetto entourage.
Nella letteratura scientifica sulla cannabis è possibile trovare molte informazioni sul THC. Il suo potere psicoattivo seduce molti consumatori oltre a servire come scusa per i proibizionisti. Ma dire che la cannabis è solo THC è come dire che il corpo umano è costituito solo da ossa e muscoli.
Descrivere quali sono, i loro usi ed interazioni darebbe adito alla scrittura di vari libri e decine di tesi di dottorato. Sappiamo però che questi lavorano in interazione con altri 420 componenti (terpeni, flavonoidi, aminoacidi, enzimi, acidi grassi, etc..) che danno alla cannabis la versatilità che la caratterizza nel trattamento di diverse patologie.
Perché soffermarsi quindi esclusivamente sul più noto tetraidrocannabinolo e non scoprire gli altri inesplorati protagonisti della tavolozza dei cannabinoidi? Con un rapido sguardo, proviamo ad “allargare la famiglia“ dei cannabinoidi “principali” e dei loro benefici.
CBD
Il Cannabidiolo (CBD)
Il Cannabidiolo (CBD) non possiede un effetto psicotropo, ma ha una grande valenza terapeutica. Innanzitutto gioca un ruolo di “regolatore” degli eccessi del THC, riducendone gli effetti indesiderati in presenza di dosi elevate. Inoltre è stato osservato che il CBD può rivelarsi efficace nel trattamento di condizioni cliniche difficili da controllare come l’artrite reumatoide, il diabete, la sindrome post-traumatica da stress, disturbi d’ansia ed infezioni resistenti agli antibiotici.
Se in termini generici potremmo dire che il THC è più facilmente associabile ad effetti psicoattivi, il cannabidiolo svolgerebbe invece un ruolo di mediazione più sedativa e rilassante.
Il fatto che il CBD sia legale, lo ha trasformato in una sorta di “cannabinoide stella” in Italia, dove è possibile trovarlo facilmente sotto forma di olii, tisane, liquidi per sigarette elettroniche ed incluso cristalli con una purezza del 99%.
Tra gli altri cannabinoidi abbiamo il Cannabigerolo (cbg), un cannabinoide non psicoattivo che si trova frequentemente nelle varietà di canapa industriale o nelle varietà considerate “medicinali” a basso contenuto di THC.
Tra le sue proprietà terapeutiche si sa che possiede effetti anti-infiammatori, riducel’ansia e le tensioni muscolari e si stanno studiando possibili effetti del suo uso nella cura del cancro e del glaucoma vista la sua proprietà di ridurre la pressione oculare ed aiutare il drenaggio dei fluidi.
Il Cannabinolo (CBN)
Il cannabinoide a cui i ricercatori associano l’effetto sedativo della cannabis è il Cannabinolo (CBN). Si tratta di un metabolita del THC privo di effetti psicoattivi e dalle alte proprietà analgesiche, antiemetiche, antibatteriche ed anticonvulsivanti.
Gli studi sul CBN sono ancora pochi, ma hanno mostrato la sua efficacia nel trattamento di ustioni e psoriasi in un uso topico e la possibilità del suo utilizzo nella cura dell’osteoporosi per la sua capacitá di stimolare la crescita della ossa.
Il Cannabichromene (CBC)
Il Cannabichromene (CBC) è un altro dei cannabinoidi non piscoattivi, abbondante nella pianta della cannabis, ancor più del CBD. Il suo potere antidolorifico sembrerebbe essere dato dall’interazione con il THC del quale esalta le proprietà appunto antidolorifiche. Le ultime ricerche scientifiche gli attribuiscono proprietà anti-infiammatorie, analgesiche, anti-virali, antibiotiche, antifungine, anti-depressive, anti-dolorifiche e come promotore della neurogenesi.
A prescindere dal fatto che la finalità sia medica o ricreativa, comprendere più a fondo l’efficacia dei relativi usi della cannabis fa seguito ad una esigenza di maggior consapevolezza nel consumo, favorendo una conoscenza più ampia sulle potenzialità terapeutiche di tutte le sostanze chimiche presenti nella pianta. In Italia, l’uso medico della cannabis è legale e consultare un medico prima di automedicarsi con la cannabis resta sempre la migliore delle idee.