The safest countries to enjoy a cannabis holiday
A few months ago I interviewed a person who was following a cannabis treatment for her illness. She told me that she and her family had passed a few terrible months until they came up with…
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Lo scorso 8 novembre, oltre a decidere sul futuro della Presidenza del Paese, gli elettori americani sono stati chiamati a votare 162 referendum, ed in 9 Stati si è deciso sulla regolamentazione della cannabis.
Mentre in Florida, Arkansas, Montana e North Dakota la proposta era la legalizzazione dell’uso con finalità mediche, in California, Nevada, Maine, Massachusetts e Arizona, dove l’uso medico era già consentito, si è deciso sull’uso per scopi “ricreativi”. Il Si ha vinto in tutti gli Stati, ad eccezione dell’Arizona, dove il quesito referendario sulla cannabis ha raccolto solo un 47,82% di consensi.
Ricordiamo che negli Stati Uniti vige una legge federale di fine anni 30 che proibisce tanto il possesso, quanto l’uso di marijuana; legge rafforzata dal Comprehensive Drug Abuse Prevention and Control Act del 1970, che includeva la cannabis nella categoria di sostanze più pericolose.
Negli ultimi anni però alcuni Stati hanno approvato leggi autonome che regolamentano, depenalizzandolo, l’uso della cannabis per scopi ricreativi o terapeutici. Il Colorado è il primo di questi esempi, dove dal 2012 è permesso il consumo e la coltivazione di marijuana a scopi ricreativi. Nel 2014 poi, misure simili sono state approvate in Oregon, Alaska e nel District of Columbia.
Vediamo un po’ più da vicino cosa prevedono le nuove misure approvate per scopo ricreativo.
In California, Stato che per primo ha legalizzato l’uso terapeutico nel 1996, la Proposition 64 è stata approvata con più del 55% di elettori a favore. È il provvedimento sulla cannabis con più peso negli Stati Uniti, dato che si tratta della sesta economia del mondo. Gli analisti stimano che il mercato legale della marijuana in California possa portare circa 2,4 miliardi di euro e prevedono che possa crescere fino ai 5,8 miliardi nel 2020.
Quando il nuovo provvedimento sarà in vigore, la cannabis per scopi ricreativi sarà legale per i maggiori di 21 anni, autorizzando il possesso fino a una oncia (28,349 grammi), la coltivazione di un massimo di sei piante ed un sistema regolamentato di vendita di cannabis con la concessione di particolari licenze con accise del 15%. La nuova normativa inoltre, ridurrà le pene di alcuni crimini associati alla cannabis.
In Massachussetts, la Question 4, approvata con il 53,36% di voti a favore, prevede le stesse misure della Proposition 64 californiana, aggiungendo la possibilità di possedere in casa fino a 280 grammi.
Il Nevada ha approvato col 54,21% di voti a favore la legalizzazione della marijuana per qualsiasi tipo di uso per i maggiori di 21 anni. La Question 2 però entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio e gli “stabilimenti” della cannabis non apriranno le porte fino al 2018.
Anche in Maine, con poco più del 50%, gli elettori hanno approvato la legalizzazione della cannabis per qualsiasi uso con la Question 1, stabilendo il limite di quantità di sostanza fino a 70 grammi.
Con i risultati delle scorse votazioni, sono già 8 gli Stati americani in cui è legale l’uso ludico della cannabis, che si sommano ai 21 che ne permettono l’uso medico.
Questi risultati arrivano in Italia in giorni caldi per l’antiprobizionismo. È stata infatti consegnata in Parlamento l’11 novembre la proposta di legge ad iniziativa popolare con le sue oltre 65 mila firme, per la legalizzazione della cannabis promossa dalla campagna Legalizziamo. Non ci si aspetta però che la legge venga immediatamente discussa giacchè la burocrazia parlamentare, come si sa, è molto complessa e piena di lungaggini.
Non ci resta che aspettare per vedere se il nostro Paese seguirà, come ha fatto e continua a fare per altri problemi, le orme degli Stati Uniti.
* Tradotto da Pippi Contini